IL DVR (DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHI)

Perché effettuare un documento di valutazione dei rischi?

Ogni manciata di minuti qualcuno nell’UE muore a causa di incidenti sul lavoro. Ogni anno centinaia di migliaia di lavoratori rimangano vittime di infortuni sul lavoro, molti altri sono costretti a richiedere permessi per malattia a causa dello stress, dell’eccessivo carico di lavoro, di disturbi muscoloscheletrici o di altre patologie legate all’attività lavorativa. Gli infortuni e le malattie, oltre a generare costi in termini di disagio umano a carico dei lavoratori e delle loro famiglie, non solo riducono la produttività delle aziende, ma incidono anche in maniera rilevante sulle risorse dei sistemi sanitari.

La valutazione dei rischi è fondamentale per una gestione efficace della sicurezza e della salute e può essere considerata la chiave di volta per limitare gli infortuni legati all’attività lavorativa e le malattie professionali. Se svolta in maniera corretta non solo migliora la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro, ma anche accresce il rendimento dell’azienda.

In cosa consiste la valutazione dei rischi?

La valutazione dei rischi è appunto come il nome ci suggerisce, un attento processo di valutazione dei rischi e di possibili pericoli presenti sul luogo di lavoro che potrebbero incidere sulla sicurezza e la salute dei lavoratori.
Essa consiste in un esame sistematico di tutti gli aspetti dell’attività lavorativa, volto a stabilire:
– cosa può provocare lesioni o danni;
– se sia possibile eliminare tali pericoli;
– e, nel caso in cui ciò non sia possibile, quale misure di prevenzione e protezione devono essere   messe in atto per controllare i rischi.
I datori di lavoro hanno il dovere da un lato, di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori in relazione ad ogni aspetto collegato all’attività lavorativa e, dall’altro lato, di effettuare una corretta valutazione dei rischi. La direttiva quadro dell’UE sottolinea il ruolo fondamentale della valutazione dei rischi e stabilisce le disposizioni di base che ogni datore di lavoro deve rispettare. Gli Stati membri, tuttavia, hanno il diritto di adottare disposizioni più rigorose per tutelare i propri lavoratori (cfr. la normativa specifica del proprio paese).

Come si valutano i rischi?

Per la maggior parte delle imprese dovrebbe essere sufficiente un semplice approccio alla valutazione dei rischi in cinque fasi. Esistono, tuttavia, altri metodi altrettanto efficaci, in particolare in relazione a rischi e situazioni più complesse.
Di seguito viene discritto il metodo di valutazione dei rischi in cinque fasi:

Fase 1 — Individuare i pericoli e i rischi

Ecco alcuni suggerimenti per facilitare l’individuazione dei pericoli:
– ispezionare il posto di lavoro e verificare cosa può arrecare danno;
– consultare i lavoratori e/o i loro rappresentanti per conoscere i problemi riscontrati;
– considerare i pericoli a lungo termine per la salute, come livelli elevati di rumore o l’esposizione a   sostanze nocive, nonché i rischi più complessi e al volte meno ovvi, come i rischi psicosociali o i   fattori legati all’organizzazione;
– esaminare i registri aziendali degli infortuni e delle malattie;
– raccogliere informazioni da altre fonti quali:
– manuali d’istruzioni o schede tecniche dei produttori e fornitori;
– siti web dedicati alla sicurezza e alla salute occupazionale;
– organismi, associazioni commerciali o sindacati a livello nazionale;
– normative e norme tecniche.
È importante capire chiaramente, per ciascun pericolo, quali sono le persone esposte al rischio specifico; ciò può ritenersi l’unico modo per individuare e gestire al meglio tale rischio. Questo non significa elencare ciascun lavoratore per nome compilando un elenco dei rischi ai quali esso è esposto, quanto piùttosto suddividere i lavoratori in gruppi sulla base molto spesso della mansione specifica e procedere ad una stima dei rischi per ciascuna di esse.
Particolare attenzione deve essere prestata ai gruppi di lavoratori che possono essere maggiormente a rischio, per i quali è importante determinare in che modo possano subire danni, ossia quale tipo di infortunio o malattia può capitare loro.

Fase 2 — Valutare e attribuire un ordine di priorità ai rischi

La fase successiva consiste nel valutare il rischio derivante da ciascun pericolo.
A tal fine si possono considerare i seguenti fattori:
– la probabilità che un pericolo arrechi danno;
– la possibile gravità del danno;
– la frequenza (e il numero) dei rischi a cui i lavoratori sono esposti.
Un processo di valutazione semplice basato sul buonsenso, che non richieda particolari competenze specialistiche o tecniche complicate, potrebbe bastare per individuare i pericoli presenti in molti luoghi. Tra questi si annoverano le attività che comportano pericoli di lieve entità o i luoghi di lavoro in cui i rischi sono ben noti o facilmente rilevabili e in cui è prontamente disponibile uno strumento di controllo. Probabilmente questo è il caso della maggior parte delle aziende (soprattutto le piccole e medie imprese – PMI).
Ai rischi deve quindi essere attribuito un ordine di priorità, che deve essere rispettato al momento di avviare le azioni di gestione.

Fase 3 — Decidere l’azione preventiva

La fase successiva consiste nel decidere come eliminare o controllare i rischi.
In questa fase, è necessario considerare:
– se è possibile eliminare il rischio alla radice;
– nel caso in cui ciò non sia possibile, in che modo si possono controllare i rischi affinché non   compromettano la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti.
Nel prevenire e controllare i rischi è necessario tenere conto dei seguenti
principi generali di prevenzione:
– evitare i rischi;
– sostituire i fattori di rischio con fattori non pericolosi o meno pericolosi;
– combattere i rischi alla fonte;
– adottare misure protettive di tipo collettivo anziché misure di protezione individuali (per esempio,   controllare l’esposizione ai fumi attraverso sistemi di aerazione locali piuttosto che con l’ausilio di   maschere);
– adeguarsi al progresso tecnico e ai cambiamenti che esso porta;
– cercare di migliorare il livello di protezione.

Fase 4 — Intervenire con azioni concrete

La fase successiva consiste nel mettere in atto misure di prevenzione e di protezione. È importante coinvolgere i lavoratori e i loro rappresentanti in questo processo.
Un intervento efficace comprende l’elaborazione di un piano che specifichi:
– le misure da attuare;
– le persone responsabili dell’attuazione di determinate misure e il relativo calendario di intervento;
– le scadenze entro cui portare a termine le azioni previste.
È essenziale che ogni attività volta a eliminare o prevenire i rischi sia fatta rientrare in un ordine di priorità.

Fase 5 — Controllo e riesame

È importante inoltre ricordarsi di effettuare verifiche periodiche per garantire che le misure preventive e protettive funzionino o siano effettivamente attuate e per individuare eventuali nuovi problemi.
La valutazione dei rischi deve essere revisionata regolarmente, in base alla natura dei rischi, al grado di evoluzione probabile dell’attività lavorativa, alla luce dei risultati di indagine conseguenti ad un infortunio o «quasi incidente» o ad eventuali future modifiche di legge.
La valutazione dei rischi non è un’azione una tantum!

Registrare la valutazione

La valutazione dei rischi deve essere registrata.
Tale registrazione può essere utilizzata come base per:
– trasmettere informazioni alle persone interessate;
– monitorare se sono state introdotte le misure necessarie;
– fornire una prova alle autorità di vigilanza;
– provvedere a una revisione, nel caso in cui le circostanze cambino.

Si raccomanda, in particolare, di registrare almeno le seguenti informazioni:
– nome e funzione della persona o delle persone che effettuano l’esame;
– pericoli e rischi individuati;
– gruppi di lavoratori esposti a determinati rischi;
– misure di protezione necessarie;
– informazioni specifiche sull’introduzione delle misure, quali il nome della persona responsabile e la   data;
– dati relativi alle successive disposizioni per il monitoraggio e la revisione, comprese le date e le   persone coinvolte;
– informazioni in merito al coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentanti nel processo di   valutazione dei rischi.

Lavoratori che corrono il rischio maggiore

– Lavoratori con disabilità
– Lavoratori immigrati
– Lavoratori giovani o anziani
– Donne in stato di gravidanza e madri che allattano
– Personale privo di formazione o esperienza
– Manutentori
– Lavoratori immunocompromessi
– Lavoratori affetti da patologie quali ad esempio bronchite
– Lavoratori sottoposti a cure mediche che possono per tale motivo vedere aumentata la loro vulnerabilità ai   pericoli.

 

fonte: www.ispesl.it